martedì 31 agosto 2010

venerdì 25 giugno 2010

Trent'anni



E' urgenza di armamenti


-negli assedi di false aspettative-


a nutrire l'ansia di giungere


a mete, risultati e obiettivi,


con schemi sempre differenti.


Polveri e idranti di nuova generazione


han spento incendi di passione


e raffiche di getti di parole


domato affanni e sentimenti.


Ho solo sguardi liquidi


da riservare al mondo


-ma a ben guardare-


in un solo punto della mente


dormono i sogni e i desideri


a reclamare pensieri fragili


e a confessare in onde leggere


i debiti di successione


di una progenie innocente.

lunedì 21 giugno 2010

La seduzione della fede





Esercita il potere


della vita


questo groviglio


di bene e male,


di petali e di spine.


Per quanto non voluto,


eppure ce l’ho dentro


il pathos della tragedia.


Lo accetto solo in nome


di una grecità


che mi appartiene,


per nascita e per geni


più che per educazione.


E d’altra parte,


non ci è data scelta:


c’è sempre una discesa


prima di una risalita.


E mi avventuro


tra le parole arcane


di scritti apocrifi


e filosofie orientali,


per ricercare il verbo


di una verità ormai muta,


chiusa in un antro buio,


dove fantasmi fluttuano,


perduti nelle tenebre,


e dove la luce


è solo una candela.

venerdì 18 giugno 2010

Il sonno delle statue

E' il sacro fuoco di ragioni
che infiamma la laringe
di queste statue grigie
forgiate d’argilla.
Si spegne in un istante
come mille catene d’atomi
- in una fusione a freddo -
o con polveri autoestinguenti.

E’ un’ugola d’oro
a parlare di pace
-in assetto di guerra-
E canta speranze
mandando in frantumi
gli specchi trasversi
tra falsi orizzonti celesti.

E’ rabbia dei vivi
-nel regno dei morti-
il vento che agita vele
nell’ordine sparso
di nodi a correnti alternate
e moti di arresto forzato.

E’ sabbia negli occhi
il dissenso sedato
con pugno di ferro
sul volto scoperto
-da vile soldato
sottratto al confronto.

Sarà l’inquietudine
nella nebbia più grigia
a guidare la mano
-di poveri e oppressi-
e una pioggia continua
a macchiare di sangue
le pietre disciolte del sale
-a invocare purezza-

venerdì 11 giugno 2010

L'ascolto


Eppure ci deve essere
nel cerchio di un compasso
-che è pure linea retta-
tra versi piani e sdruccioli
lo spazio di un riposo.
Le guerre si susseguono
-pur senza gli armamenti-
e ad ogni alba e tramonto
si perde un sacramento.
Voci e clamori offendono
coscienze risvegliate
e non si muove azione
intorno a nuove attese.
Basta sederti a un angolo
sul crocevia del cielo
-col viso volto ad ovest-
a cogliere un ascolto.
Ed il silenzio forte
avvolge i tuoi pensieri
-come una coperta calda-
e culla come un dondolo
l’albero della quercia
i tuoi germogli nuovi
-nati tra i suoi-
Ritrovi le parole
nei sospiri delle fronde
e l’acqua più dell’aria
-di quel che sei e sarai-
tra rocce e sabbia
conserva la memoria.

giovedì 10 giugno 2010

Altri sentimenti



Afferra le mie mani

con enfasi da telenovela

e rosso in viso,

tra i solchi di una ragnatela

scavati dal tarlo della gelosia,

mi supplica : "Aiutami"

e io gli svuoto gli occhi

divincolandomi da strette

non più subite, ormai.

E’ vecchio

questo sentimento snaturato

e si rinnova ogni volta

il senso di fastidio

per l’indifferenza martoriata

dai ricordi di percorsi consunti.

Ti vedo stretto a me,

come un’icona santa

nella penombra

di una chiesa sconsacrata,

in un punto preciso della mente

dove fluttuano pensieri inconsistenti

e la memoria dei desideri

non può più niente.

" Mi abbandoni?" è la domanda

in risposta al mio silenzio impotente.

Ed io posso solo accarezzare

le chiome rade

di un salice piangente,

rimandando ad un altro domani

la messa in scena di una viltà

che forse è solo amore.


mercoledì 9 giugno 2010

Tredici anni

Un colapasta
di pensieri al dente
scottati appena
alla fiamma di parole
incandescenti
-grossolani lapilli
di un fuoco fatuo
che brucia intensamente-
Nel giardino dei sogni
occhi acuti come spilli
infrangono i divieti
e scrutano attenti
a difesa dei confini.
Ed è il sapore liquido
dei primi sentimenti
che scorre sulla schiena
-come una piccola pioggia
lenta insistente e leggera
sopra il vetro della finestra.

domenica 6 giugno 2010

Ho perso gli specchi



Sono cancelli di cristallo
a confonder l’orizzonte
-vapori gravi e lievi assedi-
come fantasmi eclettici
nella nebbia di un meriggio.

Mi tengo in tasca una moneta
-come misura dell’essenza-
e viro il braccio verso il nulla
cogliendo appena la distanza
-tra inganni veri e fuochi fatui-

Non serve aprire gli occhi
se è solo un’illusione
ad appannar la vista
-gli specchi son nascosti-
e intanto una garrota stringe
stringe forte.






Non è mai un si


Non è mai un si
se lasci
che s’alzi un muro
a labirinto cieco:
le voci si disperdono
tra pietre ormai corrose
e ai vuoti delle crepe
-tra ostacoli invisibili-
risponde solo un’eco.

E’ resina brunita
che cola dalle orecchie
-fin sui vestiti-
di tappi in ceralacca
come sigilli a chiudere
segreti inascoltati,
da timpani ostruiti,
offesi o solo ottusi.

Non è mai un si
se lasci
che lacrime sincere
secchino al vento:
gole affamate d’aria
ingoiano i detriti
e muoiono preghiere
-negli occhi supplici-
scambiate per assedi.

Si levano gli scudi
e s’ergono montagne
e -tra le rocce dure-
sono i cristalli puri
raccolti in una mano
il premio per chi sale
e -sulla cima più alta-
il fiore del sapere.